Quando “l’amore fa perdere la testa!”
La mia prima tappa del tour siculo è Taormina. Ho lasciato Messina da poco e, prima di arrivare a Catania, ho scelto di fermarmi un paio d’ore in questa splendida località. Per chi come me ha deciso di visitare la Sicilia On the Road, questa è una tappa da non perdere assolutamente!
Taormina è un un piccolo borgo in collina, distante (ma non troppo) dal mare. Ha un aspetto medievale, eppure traspare chiaramente la sua anima greca.
È ricca di piccole viuzze e suggestive terrazze. A tratti si ha la sensazione di essere in un quadro: dai colori della vegetazione, alle strade, alla vista sul mare, sembra che tutto sia stato posizionato con cura per incantare il visitatore.
Passeggiando per il centro storico è inevitabile non rimanere a bocca aperta: balconi in fiore, piazze ricche di gente, palazzotti antichi, piccole botteghe artigianali e localini invitanti, rendono questo borgo una vera bomboniera.
Un balcone in particolare cattura la mia attenzione. Al lato del balcone ci sono diversi vasi raffiguranti teste umane, sia femminili che maschili e dentro a ognuna di queste, ci sono delle meravigliose piante.
Effettivamente, guardandomi intorno, è pieno di questi vasi. Grandi, piccoli, neri, bianchi, colorati. Sono ovunque!
Sicuramente avranno un significato importante, allora perché non chiedere a qualcuno la loro storia?
Mi avvicino al primo negozio di ceramiche e, con la mia solita faccia di bronzo chiedo alla commessa di raccontarmi la loro storia. Senza esitare neppure un attimo, la giovane commessa mi si avvicina e mi racconta la leggenda delle Teste di Moro i vasi più belli e conosciuti al mondo.
La leggenda delle Teste di Moro
Durante la dominazione dei Mori, intorno all’anno 100, nel quartiere arabo di Palermo (la Kalsa), viveva una giovane ragazza che tutti i giorni si dedicava con cura alle piante del suo balcone. Un giorno, un giovane Moro che passava di lì, la notò e se ne invaghì perdutamente. Non perse occasione per manifestare il suo amore e la ragazza, colpita da tanto ardore, ricambiò il suo sentimento.
I due giovani si amarono dal primo istante e passarono insieme numerosi giorni e numerose notti, scambiandosi parole e promesse d’amore.
I giorni passarono velocemente, fino ad arrivare al giorno prima del ritorno in patria dell’amato. La fanciulla provò in tutti i modi a dissuaderlo, pregandolo di rimanere con lei e continuare a vivere il loro sogno d’amore. Ma lui, nonostante le avance, non cedette. Doveva tornare a casa. Così, la giovane, iniziò a chiedersi il perché di tanta insistenza. Scopri che l’amore della sua vita doveva tornare in oriente da sua moglie e dai suoi figli. L’uomo che aveva tanto amato l’aveva tradita.
Accecata dalla gelosia decise di vendicarsi, e lo fece, diciamo in modo fantasioso. Chiese al suo amante di passare con lei l’ultima notte d’amore prima della partenza. La notte, quando lui era ormai caduto in un sonno profondo, lo colpì a morte e lo sgozzò. Prese la sua testa e la mise fuori al balcone, lo stesso balcone complice del loro primo sguardo. Mise dentro la sua testa un germoglio di basilico, e tutti i giorni con amore e devozione, se ne prese cura, bagnando con le sue lacrime la terra. Il basilico, considerato la pianta dei re, crebbe diventando sempre più grande e forte. L’odore e la maestosità della pianta catturò l’invidia dei vicini che ben presto imitarono la ragazza, mettendo fuori dai loro balconi vasi (per fortuna!) a forma di testa umana.
Anche in questo caso, abbiamo capito (ma soprattutto uomini, avete capito) che non è mai una cosa buona ingannare una donna!
La commessa però, mi dice che c’è anche un’altra storia sulla nascita delle Teste di Moro.
Secondo questa seconda versione una giovane donna di origini nobili si innamorò perdutamente di un arabo. Quando la famiglia di lei scoprì il loro rapporto clandestino, ordinò la cattura di entrambi e la successiva decapitazione (a quei tempi non erano viste di buon occhio relazioni simili). Per fare in modo che questo episodio non si ripetesse, esposero le teste di entrambi (trasformandole in vasi) su di una balconata come monito per scongiurare eventuali amori proibiti. Per questo motivo le teste di moro sono realizzate in coppia, come ricordo dello sfortunato amore.
Lo ammetto, delle due storie, preferisco la prima! E già che sono qui, prendo anche due vasi da tenere in casa, così… come monito! Saluto la commessa e mi avvio lungo la strada che mi porterà fino al Teatro Greco!
Suggerimenti di Viaggio
Nonostante la mia permanenza sia stata breve, vi consiglio cosa vedere a Taormina, anche in poche ore!
Teatro Greco, la testimonianza di un impero che è ancora possibile visitare. Fidatevi, na varrà la pena! Se posso darvi un consiglio, vi direi di visitarlo al tramonto o nel tardo pomeriggio. I colori che regala sono davvero imperdibili (e poi evitate anche il caldo torrido delle ore più forti).
Corso Umberto l, è il centro pedonale di Taormina, il corso principale. Vi consiglio vivamente di perdervi nei suoi vicoli!
Isola Bella, dal centro della città potete spostarvi un po’ e prendere la funivia che vi condurrà alla spiaggia. Da qui, oltre a godere di una vista mozzafiato, potrete raggiungere l’Isola Bella. Quest’isoletta è un’oasi verde oltreché un’area protetta. Potete arrivarci a piedi (poiché è collegata alla spiaggia da una lingua di sabbia) o a nuoto! Per i più sportivi ci sono anche escursioni di snorkeling per ammirare da vicino flora e fauna marini.
Villa comunale, un giardino stile inglese, con richiami esotici, arricchito da piante e fiori provenienti da tutto il mondo. Sembra di essere in un’altra dimensione. Inoltre, da qui, godrete di una vista incantevole.
Ma soprattutto, fermatevi un momento per assaporare la granita siciliana! Le vostre papille gustative vi ringrazieranno!