Tale of Sarajevo: l’Inat Kuca – la casa del dispetto

Inat Kuca

Viaggio a Sarajevo, l’anima balcanica

Mi sveglio presto, anzi non dormo per niente a causa della solita ansia che mi assale quando ho un volo la mattina presto. Colazione veloce, mi preparo, metto le ultime cose in valigia e mi dirigo verso l’aeroporto, Sarajevo arrivo! 

Dopo un’attesa che mi sembra sempre infinita, salgo sull’aereo e in un’ora e mezza arrivo a Tuzla.

Tuzla è una piccola città della Bosnia ed Erzegovina, con un aeroporto altrettanto piccolo. Infatti ha un solo gate ed uno stile che ricorda ancora i tempi della ex Jugoslavia. Prendo una macchina e mi dirigo verso la capitale, Sarajevo, sto per incontrare una mia cara amica conosciuta in Erasmus, Delia, che ora vive e lavora lì.

Sarajevo è una città multiculturale e multireligiosa. 

Si respira sin da subito un’atmosfera diversa. Ha l’aria di un luogo che ha vissuto molti eventi tragici ma che ce la sta mettendo tutta per diventare una città all’avanguardia.

Qui si incontrano il vecchio e il nuovo, l’est e l’ovest, la tradizione e la modernità. Vedo per strada ebrei, musulmani, cattolici, ortodossi e poi chiese, sinagoghe, moschee. Vedo anche i buchi degli spari ancora presenti sui muri, amaro ricordo di una storia non troppo lontana nel tempo. È una città ferita ma che oggi è viva. I giovani che hanno vissuto quella tragedia riempiono le vie – dove probabilmente qualche loro familiare o amico ha perso la vita – e si siedono a bere caffè e a fare due chiacchiere in dei locali che spesso hanno le pareti trivellate di buchi. Ma nonostante ciò, o anzi forse proprio per questo, è una città bellissima che ha un fascino tutto suo, una forza particolare. Come avrete capito, Sarajevo ha già conquistato il mio cuore!


Delia mi porta a Bašcaršija, il quartiere turco fatto di vicoli dove si susseguono bazar, moschee, gioiellerie, ristoranti, pasticcerie e piccoli caffè. Proprio in uno di questi caffè provo un dolce buonissimo chiamato Baklava (presto vi racconterò l’origine e la ricetta di questo dolce). Con la pancia piena e il sorriso stampato in faccia, ci incamminiamo per le strade della città, passiamo per la fontana di Sebilj, dritte verso il fiume Miljacka e il Ponte Latino – famoso perché qui venne ucciso l’arciduca Ferdinando – e infine giungiamo di fronte a Vijecnica, edificio  simbolo di Sarajevo. 

Vijecnica, costruito nel 1896, venne utilizzato come luogo di incontro per le autorità fino alla seconda guerra mondiale. Successivamente divenne la Biblioteca Nazionale, poi bombardata nel 1992.

Mentre fotografo questo bellissimo edificio, Delia comincia a parlarmi di una leggenda, e chiaramente sono già pronta ad immergermi in un mondo di storie!

La leggenda dell’Inat Kuca – la casa del dispetto

Si racconta che gli austriaci-ungheresi volessero costruire il municipio sul lato destro del fiume ma quel terreno era di proprietà di un anziano signore. Quel signore, chiamato Benderija, non era disposto né a vendere la sua proprietà, né a demolire la sua casa. 

Dopo lunghissime trattative, l’uomo si arrese e accettò a due condizioni: gli austriaci-ungheresi avrebbero dovuto offrirgli un sacco di monete d’oro e avrebbero dovuto spostare la sua casa, mattone dopo mattone, dall’altra parte del fiume. I funzionari non poterono fare altro che accettare e nel 1895 completarono l’opera, ricostruendo dall’altra parte del fiume la casa dell’anziano. Quella casa venne così chiamata “Inat kuca” che vuol dire “la casa del dispetto”. Nel 1997, la dimora del signor Benderija è stata trasformata in un tradizionale ristorante bosniaco, dove (ovviamente!) mi fermo a bere il tipico caffè bosniaco, il Bosanski Kava.

Dopo aver ascoltato questa curiosa storia, ci dirigiamo verso il cimitero Šehidsko mezarje Kovači. Proseguiamo fino a Žuta Tabija, qui ci godiamo il panorama della città e decidiamo di sorseggiare un altro caffè accompagnato dai tipici dolcetti Lokum.

Inutile dirlo, come sempre si finisce a mangiare!

Mi fermo a pensare alla curiosa storia del signor Benderija, un dispetto che ha fruttato un futuro migliore per la sua famiglia, pur mantenendo salvo il nido familiare. Conosci anche tu storie di dispetti a lieto fine? Scrivimi qui!

Vijecnica – Biblioteca nazionale ed universitaria di Bosnia ed Erzegovina

Suggerimenti di viaggio

A Sarajevo, come nel resto dei Balcani, la gente è super ospitale!

Vi consiglio di affittare una stanza o un appartamento, invece di un albergo, in questo modo avrete più possibilità di essere vicini ai proprietari che – fidatevi –  vi accoglieranno in maniera molto calorosa, vi daranno le giuste dritte sulla città e con molta probabilità vi offriranno qualche delizia locale!

Visitate la grande Moschea dell’Imperatore nel quartiere turco di Bašcaršija, edificata nel 1457 e ricordata come la prima moschea costruita dopo la conquista ottomana della Bosnia.

Passate per il museo Storico di Bosnia ed Erzegovina, sarà un’esperienza molto interessante!

Vi consiglio di andare a visitare il Tunnel della Speranza, costruito nel 1993, durante l’assedio di Sarajevo. Aveva lo scopo di collegare la città, che era stata interamente isolata e circondata dalle forze serbe, con un’altra parte del territorio bosniaco, passando al di sotto dell’area neutrale dell’aeroporto istituita dalle Nazioni Unite. E’ il simbolo della sopravvivenza e del coraggio.

Fate un tuffo nelle cascate di Kravice, la cui naturale disposizione ricorda un anfiteatro circondato da un verde incantevole.

Infine, visto che siete da quelle parti, andate a Mostar una piccola ma suggestiva città di cui vi parlerò prestissimo!

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