L’antica leggenda di San Martino, curiosità tra sacro e profano.
Oggi voglio raccontarvi le origini di una festa molto popolare in tante regioni italiane, da Nord a Sud.
Si tratta del giorno di San Martino, l’11 novembre.
Nata come celebrazione di origine religiosa e poi diventata parte della tradizione popolare legata alla vendemmia del vino.
Ma chi era San Martino?!
Vi racconto cosa ho scoperto, sulle sue antiche origini e sul perché della sua popolarità!
La leggenda di San Martino
I festeggiamenti legati a San Martino affondano le loro origini nel lontano 371 quando Martino, soldato originario della Pannonia (l’attuale Ungheria), durante una ronda a cavallo alle porte della città di Amiens (Francia) incontrò un mendicante seminudo.
Per questo, decise di tagliare il mantello a metà e darlo al pover uomo.
Quando Martino si allontanò per proseguire la ronda, la pioggia si interruppe , il sole si alzò al cielo e la temperatura si scaldò obbligando il cavaliere a togliere anche l’altra parte del mantello.
Vi ricorda qualcosa?! Ebbene sì, la cosiddetta estate di San Martino, quel periodo autunnale in cui, dopo il primo freddo, si verificano delle condizioni climatiche di bel tempo.
Ma continuiamo con la storia di San Martino. Il giorno dopo quel gesto di carità, il cavaliere si risvegliò e trovò il suo mantello integro.
Martino si convertì così al cristianesimo, lo predicò viaggiando moltissimo fin quando, dopo essere diventato prete, decise di fondare un monastero in Francia, nei pressi di Poitiers dove divenne sempre più popolare fino al giorno della sua morte l’8 novembre del 397, i funerali vennero poi celebrati l’11 novembre.
La sua popolarità continuò anche dopo la sua morte, fino ai giorni d’oggi in cui, come molto spesso accade con le tradizioni che derivano dalla religione, il sacro e il profano si mescolano. E ciò si è tramandato poi in maniera diversa in vari posti.
In Veneto, ad esempio, il giorno di San Martino i ragazzini giravano per le strade facendo rumore con pentole, campanacci e coperchi per attirare l’attenzione della gente e ricevere in cambio una piccola ricompensa.
In particolar modo, a Venezia e dintorni, ancora oggi si prepara un grande biscotto di pasta frolla che ritrae la figura di San Martino a cavallo, abbellito con perline colorate e cioccolatini.
Ma il giorno di San Martino, oltre che ricordare l’importanza di compiere atti di carità e solidarietà, è divenuta anche una festa legata al vino, non a caso un famoso detto dice: “A San Martino, ogni mosto diventa vino!”.
In Puglia, in particolar modo nel brindisino, per la cena si imbandiscono grandi tavole con le pietanze locali (ad esempio “li pettuli” di cui qui avevamo raccontato origine e ricetta), caldarroste e vino novello della casa.
Attenzione!!! Il vino novello, non è il vino nuovo ma è ottenuto con la tecnica della macerazione carbonica, per cui non può essere conservato per molte settimane.
Bè questo sicuramente giustifica il perché in questo giorno amici e famigliari si imbattono in grandi bevute :).
Ma perché il vino e le castagne?!
Si dice che sia legato ai cicli dell’agricoltura. Infatti nel periodo di novembre, dopo la vendemmia e la raccolta delle olive, i contadini vivevano un momento di “ferie” e ricevevano dai padroni una sorta di buonuscita che consisteva in vino e castagne.
Il culto di San Martino, affiancato alle tradizioni contadine, si è così tramutato nei festeggiamenti che ancora oggi in molti posti del Sud vengono celebrati.
E poi si sa, da queste parti ogni scusa è buona per mangiare e bere in compagnia! 🙂
Un giorno legato a mille curiosità, sapevi ad esempio che viene chiamata anche la “festa dei cornuti”?! Magari questo ve lo racconto un’altra volta!
E dalle tue parti, come si festeggia San Martino?! Scrivimi qui!