Storia e ricetta delle “frittelle” pugliesi
Oggi vi racconterò le origini delle famose “frittelle” pugliesi tipiche soprattutto del periodo natalizio, sto parlando delle “pettole” o meglio come si dice da questa parti… “pettuli”.
Dopo aver scoperto l’origine delle pucce, ho chiesto ai miei cari amici pugliesi di raccontarmi l’origine di alcuni piatti tradizionali natalizi tipici della zona. Oggi è il turno delle pettole, delle palline di pasta lievitata ovviamente… fritte!
La storia
L’origine delle pettole è legata a diverse storie, ma tutte hanno in comune il fatto che sia frutto di un errore in cucina.
Si dice, infatti, che una donna tarantina il giorno di Santa Cecilia (il 22 novembre, il giorno che a Taranto segna l’inizio dell’Avvento) preparò l’impasto per il pane ma venne distratta dalla musica dei pastori transumanti abruzzesi. Lasciò la casa e li seguì per la città mentre regalavano quella dolce musica delle loro zampogne in cambio di cibo.
Quando la donna rientrò, si rese conto che l’impasto aveva lievitato troppo, e non era più adatto per la preparazione del pane. Decise di non sprecarlo e fece delle palline che, successivamente, immerse nell’olio bollente. La pasta a contatto con l’olio si gonfiò regalando alle palline la tradizionale forma sferica. Le chiamò “pettel”, ossia piccola focaccia, dal nome “pitta” e andò subito in strada ad offrirle agli zampognari.
Ormai le pettole sono un piatto tipico in tutta la Puglia, a Brindisi e nel resto del Salento è consuetudine prepararle già l’11 novembre, per la festa di San Martino e a Taranto il 22 novembre, in onore di Santa Cecilia.
Ma è il giorno dell’Immacolata che si fanno grandi scorpacciate di pettole per poi continuare per tutto il resto del periodo natalizio. Non a caso un vecchio detto dice “Ti la Mmaculata la prima ffrizzulata, ti la Cannilora l’ultima frizzola”, ovvero «Nel giorno dell’Immacolata, la prima preparazione di pettole, nel giorno della Candelora, l’ultima».
Volete sapere una curiosità?! Come alcuni dei piatti pugliesi anche le pettole, potrebbero avere delle origini elleniche, infatti in Grecia vengono preparati i “loukoumàdes”, piccole palline di pasta lievitata e fritta, imbevute nel miele.
Ma veniamo a noi, come si cucinano le pettole?! Ve lo racconto!
La ricetta delle pettole
Anche le pettole nascono da ingredienti estremamente semplici:
500 gr di farina
400 gr di acqua tiepida
10 gr di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di olio EVO
Olio di semi q.b.
Sciogliete il lievito fresco in un po’ di acqua tiepida e nel frattempo mescolate la farina in un recipiente, aggiungete il lievito e il sale.
Al centro aggiungete l’acqua tiepida e l’olio, mescolate con un cucchiaio.
La consistenza dell’impasto dovrà essere “molle” e colloso. A questo punto coprite con la pellicola e lasciate lievitare fin quando l’impasto non sarà raddoppiato.
In passato l’impasto veniva avvolto nella cosiddetta “manta di lana”, cioè una coperta di lana, e messo accanto alla cucina a legna in modo da favorire la lievitazione.
Quando l’impasto sarà pronto, scaldate l’olio, con l’aiuto di un cucchiaio prendete un po di impasto e bagnatevi un dito in poca acqua. A questo punto fate scivolare l’impasto nell’olio, procedete nello stesso modo fin quando non sarà terminato. Le pettole dovranno essere dorate da entrambi i lati quindi potete utilizzare una pinza per girarle.
Pettole pronte per essere mangiate! Una tira l’altra 🙂
Ricordate che si possono mangiare così al naturale oppure con l’aggiunta nell’impasto di olive, baccalà o cavolfiore, se siete dei golosi potete fare anche la versione dolce con l’aggiunta dello zucchero.
E dalle tue parti invece cosa si prepara per l’arrivo delle feste natalizie? se vuoi raccontarmelo scrivimi qui!