Storia di amori proibiti, rabbia e… fantasmi!
Se c’è qualcosa che incuriosisce tutti noi, sono le storie relative ai fantasmi. Apparizioni, sparizioni, fatti inspiegabili catturano la nostra attenzione specialmente se si trovano in prossimità di luoghi dismessi e in disuso. Così case, casolari, ville o fabbriche abbandonati diventano il luogo ideale per dare sfogo all’immaginazione collettiva. Alcune volte le storie che ascoltiamo sono solo il frutto della fantasia popolare, altre volte, invece, sono ricostruzioni reali che evidenziano fenomeni inspiegabili, quasi paranormali. Quella che sto per raccontarvi è la leggenda della “Signura Leta”, una donna strappata alla vita per mano dei fratelli, condannata a girare in eterno per le campagne mesagnesi in cerca del suo amore.
La leggenda della “Signura Leta” l’ho scoperta un po’ per caso, parlando con degli zii di una mia carissima amica, Alessandra, durante una breve visita nella sua Mesagne.
Nel paese, ancora oggi, è consuetudine sedersi fuori le proprie abitazioni (sul marciapiede, per intenderci) durante le calde sere d’estate per respirare un po’ di aria fresca e trascorrere la serata in compagnia di amici e vicini. In questi “salotti all’aperto” storie, leggende, fatti e cronaca si mescolano, dando vita a cunti (racconti) capaci di risuonare per tutto il paese. Qui, seduta sulla mia comoda “seggitiedda” ho conosciuto la leggenda della “Signura Leta” una storia tuttora in voga, utilizzata soprattutto per spaventare i bimbi (col classico “Stai buono altrimenti chiamo la Signora Leta”) oppure come spauracchio per i turisti (in fondo si sa, noi turisti amiamo questo genere di cose, ed io ne sono la prova!).
Ma andiamo al sodo e scopriamo questa leggenda.
La leggenda della Signura Leta
Tanto tempo fa, nel piccolo paese, una giovane donna di nome Leta notò un ragazzo del posto. I due, sguardo dopo sguardo, sorriso dopo sorriso, finirono con l’innamorarsi. Come spesso succedeva in passato, non sempre le famiglie dei due amanti erano favorevoli alle nozze. In questo caso a contrapporsi al giovane amore ci pensarono i fratelli di Leta che impedirono il matrimonio con tutte le loro forze. I due amanti, impulsivi e determinati, decisero di scappare, o meglio di “scendersene”, come si suol dire, trovando rifugio in una casa di campagna.
I fratelli di Leta non sopportarono l’affronto, non sopportavano l’idea che la loro sorella più piccola potesse offendere così la loro opinione. In barba a tutto, decisero di cercare e punire i due giovani infliggendo loro una punizione esemplare. Cercarono in lungo e in largo per le campagne: ogni casa, ogni cascina, ogni fattoria fu controllata da cima a fondo, ma dei due giovani non vi era traccia. Questo continuo fallimento non fece altro che alimentare la loro collera.
Arrivò il giorno in cui i temibili fratelli riuscirono a scoprire il rifugio dei due giovani. Tanta fu la collera e l’irruenza dei fratelli che i due giovani riuscirono a sentire i loro passi e cercarono velocemente una via di fuga.
Purtroppo scappare sarebbe stato pericoloso, decisero quindi di nascondersi nella casa. I due ragazzi si separarono cercando un angolo in cui rifugiarsi. I fratelli riuscirono a trovare il ragazzo, che pur combattendo, non riuscì a frenare l’ira dei due, soccombendo alla loro malvagità. La giovane donna, impaurita e incredula, cercò di nascondersi nel forno adiacente all’abitazione, sperando che i fratelli non la trovassero. Nella fretta di nascondersi Leta perse una scarpetta proprio vicino al forno. I fratelli, traboccanti di rabbia, videro la scarpetta e, alzando lo sguardo, scovarono subito il nascondiglio.
Appiccarono il fuoco alla fascine esterne dietro le quali era nascosta la giovane.
Leta morì arsa viva, maledicendo i fratelli per quegli atti così abominevoli.
Da allora, nelle campagne mesagnesi, alcune persone giurano di aver visto una donna con abito bianco e senza una scarpa aggirarsi nei fabbricati abbandonati. Altri, invece, han visto una donna affacciata alla finestra, vestita sempre di bianco, che osserva le campagne, forse per prevedere in anticipo l’arrivo dei fratelli.
Fatto è che questa povera donna si aggira tutt’oggi nelle strade e nei casolari abbandonati terrorizzando i passanti.
Mentre lo zio di Alessandra mi racconta questa storia, nonna Jolanda interviene sostenendo che anche lei da piccola sentiva i lamenti e le urla di questa povera donna, tanto da costringere lei e la sua famiglia a cambiare casa (lo credo bene!)
Anche il vicino di casa giura di aver visto una donna vestita di bianco in piena notte, aggirarsi per le campagne mentre tornava a casa.
Insomma, una serata che doveva essere all’insegna del gossip e del cibo da strada si è trasformata in una una serata fatta di leggende (un po’ inquietanti) sul ciglio della strada in compagnia di nonni, zii e vicini! Non avrei potuto chiedere di meglio!
Anche nella tua città c’è un posto o una casa “infestata” dai fantasmi? Se è sì scrivimi qui!
Suggerimenti di viaggio
Mesagne è un piccolo paesino a solo 10 km da Brindisi, situato sulla Via Appia Antica, se siete da queste parti vi consiglio davvero di farci un salto! La villa è un posto molto ospitale, fantastico soprattutto d’estate.
Da porta grande si entra nel centro storico, fatto da piccole stradine in pietra che si intrecciano tra loro dando vita ad una forma di cuore. All’interno delle viuzze troverete tantissimi locali pronti ad accogliervi. Se decidete di fermarvi a cena qui avrete solo l’imbarazzo della scelta!
Se siete appassionati di archeologia vi consiglio in Museo Archeologico di Vico Quercia, pensate che Mesagne è stata anticamente un importante centro messapico (Messania), di cui sono state scoperte le necropoli nel centro storico e nella via Castello, avrete davvero tanto da vedere!
Vi consiglio una visita la chiesa di Sant’Anna dove al suo interno è custodita una copia della Deposizione di Paolo Veronese e fare un salto alle chiese di San Lonardo e chiesa Matrice nel centro oppure visitare la chiesa della Santissima Annunziata nei pressi delle mura.