Tale of Grano dei Morti

Grano dei Morti

Origini e ricetta di un dolce antichissimo del foggiano

Pronti per scoprire la storia di una nuova ricetta?

Questa volta vi parlerò non di una semplice ricetta ma di una tradizione che ha origini antichissime e che ancora oggi si tramanda di generazione in generazione in  molte zone della Puglia e anche nel resto del Mezzogiorno. Sto parlando del grano de morti, di cui mi ha parlato Antonio quando mi ha raccontato la leggenda di Pizzomunno (qui trovi il link). Si tratta di un’usanza tipica nella città di Foggia, la sua città di origine.

Ma perché questo piatto ha questo nome così “inquietante”? Vi dico subito cosa mi detto Antonio!

La storia

Il grano dei morti conosciuto anche come il grano cotto o, a Foggia, “u cicc cutt”, affonda le sue radici nella cultura pagana e cristiana. Non a caso la preparazione di questo dolce è diffusa nella maggior parte del Mezzogiorno, in particolar modo nelle regioni che una volta erano parte della Magna Grecia.

È un dolce che si prepara in occasione delle festa dei defunti, il 2 novembre, ecco il perchè dell’accezione “dei morti” e le leggende legate alle sue origini sono molte. 

Una delle più diffuse è quella collegata al mito di Persefone (Proserpina in latino), la bella figlia delle dea delle messi e della fertilità, Demetra (Cerere), che fu rapita da Ade, dio degli Inferi per colmare la sua solitudine.

Per vendicarsi, Demetra, provocò carestia e siccità tra i comuni mortali ma Zeus, spinto dalla pietà, ordinò ad Ade di liberare Persefone. Il dio degli Inferi, prima di lasciar andare la fanciulla, le offrì dei chicchi di melograno, che la giovane  assaggiò senza sapere che quelli l’avrebbero condannata a rimanere lì per sempre.

Si giunse così ad un compromesso: Persefone sarebbe rimasta nell’Ade per sei mesi all’anno, dalla semina fino alla fine dell’inverno, quando la terra non produce frutti mentre per il resto dell’anno sarebbe tornata sulla terra con sua madre quando la terra rifiorisce.

Questo piatto viene anche chiamato colva, coliva, o colliba, termine derivante dal bizantino kolba che deriva a sua volta dal greco kollyva, parola che ha origine da κόλλυβος ovvero “chicco di grano” anticamente utilizzato per pesare l’oro.

Oggi, in Grecia, questo piatto viene ancora preparato in onore dei defunti, durante i giorni “dedicati” alla commemorazione dei cari estinti nella religione ortodossa e in occasione anche dei funerali.

Dall’epoca greca- ellenistica e romana fino a quella cristiana, questo piatto ha continuato a tramandarsi proprio per il significato e la simbologia dei suoi ingredienti. La simbologia cristiana si è sostituita, nel tempo, a quella pagana e il grano rappresenta il simbolo della morte e della rinascita. Così come testimonia il vangelo di Giovanni  (12.24): “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”.

Possiamo dire che il mosto cotto è il simbolo della resurrezione legato al vino, sangue di Cristo, le noci sono le ossa nude e il melograno è il simbolo della fecondità.

Come avrete capito, questo è un piatto intriso di significato e non a caso, a Foggia, ancora oggi nella notte tra il 1° e il 2 novembre, si prepara una tavola imbandita con  un piatto di grano cotto che simbolicamente viene  offerto alle anime dei defunti.

Comunque questo dolce è anche molto buono 🙂 quindi prendete carta e penna e appuntatevi la ricetta!

La ricetta del grano dei morti

Iniziamo con quello che ci serve:

Ingredienti

500 gr grano tenero

1 melograno maturo

150 gr noci

150 gr cioccolato fondente

2 cucchiai di zucchero

100 gr di cedro candito

Cannella

Vincotto

Come avrete visto il grano cotto, è un piatto povero in cui vengono utilizzati ingredienti della cultura contadina e la sua preparazione è anch’essa molto semplice.

Mettete in ammollo il grano almeno 24 prima, cuocete il grano e quando è cotto lasciatelo raffreddare. Una volta raffreddato, aggiungete i chicchi di melograno, il cioccolato tagliato a pezzettini piccoli, le noci, la cannella, lo zucchero e come tocco finale il vincotto. Una variante molto usata a Foggia è il cedro candito da spezzettare.

Ricordate che il vincotto non va aggiunto su tutto il composto ma volta per volta nelle porzioni altrimenti rischia di far indurire tutto il dolce!

Il piatto è già pronto, gustatelo 🙂

Altro che le zucche di Halloween e “Trick or Treat?”, riesumate le vecchie e sane tradizioni e non ve ne pentirete!

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