La tradizione secolare della ‘Nzegna
“Sì, viaggiareee…Evitando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure…Gentilmente senza fumo con amore….Dolcemente viaggiareee”, canto a squarciagola una delle mie canzoni preferite di Lucio Battisti mentre su una Vespa 50 special rosso fiammante mi dirigo verso la mia nuova meta.
Dopo aver visitato Alberobello continua il mio giro nei dintorni della Valle d’Itria e oggi la mia destinazione è Carovigno, località consigliata da Enza, una simpatica signora brindisina che ho incontrato durante la mia visita lì (qui il link per leggere l’articolo).
Lei ha origini carovignesi e mi ha detto che qui avrei dovuto assolutamente scoprire una leggenda legata ad una delle tradizioni, definita dagli studiosi, tra le più antiche d’Italia: il battimento della ‘Nzegna.
Vi starete chiedendo, ma cosa vorrà mai dire?! Ecco anche io me lo son chiesta, fin quando non sono arrivata nella piazza principale del paese, non a caso “Piazza ‘Nzegna”, e lì ho incontrato il mio “aggancio”: Giuseppe che, pieno d’orgoglio, ha iniziato a parlarmi di questa usanza secolare che ha come simbolo una bandiera colorata.
La leggenda della ‘Nzegna
La “Nzegna” e il “Battimento della Nzegna“, fanno parte di una tradizione secolare. Come molti usi e costumi italiani, soprattutto del Sud Italia, ha origine di carattere religioso.
La leggenda dice, infatti, che risalga al ritrovamento dell’immagine della Madonna in una grotta in Località Belvedere, una zona che si trova a circa 4 km da Carovigno, che si dice venisse usata dai monaci fuggiti dall’Oriente al tempo di Leone Isaurico durante la persecuzione iconoclasta.
Giuseppe, mi dice che per molto tempo non fu utilizzata e venne dimenticata ma, la leggenda vuole che venne riportata alla luce durante l’epoca normanna (1100 d.c.) ed è legata al Conte di Conversano (Bari).
A quanto pare quest’ultimo, paralitico, sognò la Madonna di Belvedere che lo incitava a recarsi a Carovigno per poter guarire dalla sua situazione. Il conte che intravedeva una luce di speranza, fece armi e bagagli e insieme ai suoi servi si mise in viaggio.
Giunti nel luogo indicato trovarono una folta selva piena di burroni. Sentirono della grida d’aiuto di alcuni pastori che cercavano di liberare una giovenca caduta in un burrone e rimasta impigliata tra i rami. I servitori del Conte accorsero in loro aiuto e quando tagliarono i rovi scoprirono una grotta dove, come nei migliori film con happy ending, apparve la Vergine e indovinate un po’?! Il Conte ritornò a camminare.
Ma allora, vi starete chiedendo, questa famosa bandiera tutta colorata da dove arriva? Cosa c’entra con questa storia religiosa mista al mistico (e scusate il gioco di parole)?! Ve lo dico subito!
Pare che uno dei mandriani, sulla strada del ritorno, cominciò a sventolare e a lanciare in alto un drappo multicolor legato ad un bastone (denominato poi ‘Nzegna da “Insegna”) per attirare i carovignesi e condividere la gioia.
Fu così che nacque questa secolare usanza folkloristica. Ancora oggi la ‘Nzegna viene agitata e lanciata in alto al ritmo di musica durante varie dimostrazioni ufficiali e durante la processione pasquale.
È anche da questa leggenda che sono nati i gruppi di battitori che tengono vive le usanze, sbandieratori che si esibiscono a suon di musica e canti tipici della tradizione.
E sapete una cosa? È meglio che la ‘Nzegna non cada mentre viene sbandierata perché questo è considerato un segno di brutto presagio!
Anche tu conosci leggende legate a tradizioni secolari? Scrivimi qui!
Suggerimenti di viaggio
Carovigno è un paese che dista 28 km dal capoluogo di provincia, Brindisi.
È un caratteristico borgo pugliese che ha a pochi km il mare ed è incorniciato da fichi d’india e ulivi.
Come molti luoghi della zona è pregno di storia e tradizioni popolari e il suo centro storico richiama moltissimo l’epoca medievale, ne sono testimonianza le quattro torri che ancora oggi esistono e che contornano la cinta muraria: Torre del Civile, Torre Giranda, Torre delli Brandi e Torre del Prete.
Uno dei simboli principali è il Castello Dentice di Frasso: si trova sul punto più alto del paese, ha una pianta triangolare, ad indicare la perfezione. Il castello nacque come roccaforte militare nel XII sec. d.c., in epoca normanna, e divenne poi una residenza signorile nel ‘700.
Approfittate per scoprire la Valle d’Itria e la riserva naturale di Torre Guaceto.
Enjoy Puglia! 🙂